Termini come ‘Halal’ e ‘Kosher’, un tempo sconosciuti alla massa, sono diventati via via di uso comune.
La parola Halal - che significa letteralmente ‘permesso’ - fa riferimento a qualsiasi azione che un musulmano (ovvero un islamico credente) può compiere o ai beni che può consumare secondo i principi previsti dal Corano. Il contrario di Halal è Haram (vietato). Le regole del Corano valgono, in primis, per gli alimenti (tutti i cibi di origine vegetale sono Halal, ad esclusione di quelli conservati in alcol o in aceto alcolico. Per le carni, specie quelle suine, ci sono ampi divieti e regole rigide su macellazione e vendita).
Il mondo musulmano
Negli ultimi anni il termine Halal si è diffuso ampiamente nel mondo della cosmesi, sempre più globale e attenta ai bisogni delle donne e degli uomini musulmani, che vogliono attenersi ai dettami della loro religione senza rinunciare al piacere dei prodotti per la cura del corpo.
Per assicurare ai consumatori che i cosmetici Halal vengano prodotti nel modo opportuno sono stati istituiti degli enti di certificazione specifici. Tra i principali cosmetici Halal troviamo i prodotti per l’igiene personale e il make up ma sta crescendo molto la richiesta di linee specifiche per i capelli e per le Spa.
Per cosmetici certificati Halal si intendono tutti i prodotti formulati, confezionati, stoccati e distribuiti in un modo conforme alle normative di un ente di certificazione islamico. I problemi emergono soprattutto per quel che riguarda l’utilizzo di ingredienti di derivazione animale (collagene, gelatina), alcol ma anche di altre sostanze come gli enzimi, il glicerolo e alcuni emulsionanti.
Un discorso diverso vale per l’alcool, poiché un prodotto alcol-free (che non contiene alcol etilico) potrebbe contenere altri alcoli. In merito all’estrazione degli oli essenziali, alcuni enti certificatori ammettono solamente la distillazione in corrente di vapore, rifiutando le metodiche chimiche che potrebbero prevedere l’utilizzo di alcol.
Le regole per gli ebrei
Il termine Kosher in ebraico significa ‘adatto’ e indica i cibi preparati secondo le leggi ebraiche. Esistono regole specifiche per la carne, il latte, il formaggio, il vino e i cibi in generale, che devono essere preparati solo ed esclusivamente con attrezzatura Kosher. La legge ebraica proibisce di consumare cibi non-Kosher e alcune scuole di pensiero proibiscono anche l’utilizzo di cosmetici non-Kosher che, in certi casi, potrebbero inavvertitamente essere ingeriti (per esempio rossetti, dentifrici, collutori). In generale, se non è previsto un utilizzo orale del prodotto non ci sono problemi ma, in caso contrario, è necessaria una certificazione Kosher. Inoltre, esistono norme precise che regolamentano l’utilizzo dei cosmetici nel giorno del riposo ebraico (sabato) perché devono soddisfare criteri particolari ed essere approvati da un rabbino o da un ente di certificazione.
Tutto questo ha profondamente modificato i prodotti di bellezza indirizzati a questi nuovi consumatori che diventano sempre più numerosi creando anche un curioso fenomeno perché i prodotti da make up, le creme e i profumi halal sono richiesti non solo dai musulmani ma anche da vegetariani o vegani, un target in crescita costante, alla ricerca di cosmetici sempre più naturali.
Andrea Bovero